Anche il patriarca con gli Sgrafa Masegni al Cristo Lavoratore

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Anche il patriarca con gli Sgrafa Masegni al Cristo Lavoratore

Il Gazzettino

4 maggio 2004

Solo il fatto di indossare la tonaca lo ha scoraggiato. Altrimenti anche il Patriarca Angelo Scola, il 1. maggio, dopo aver celebrato la messa, avrebbe tentato la scalata al torrione della chiesa di Gesù Lavoratore. Così come hanno fatto centinaia di bambini, domenica, giornata di chiusura dei festeggiamenti per il cinquantenario della chiesa di via Fratelli Bandiera, voluta, nel 1954, da don Armando Berna. Il cardinale di Venezia si è limitato a parlare con i rappresentanti degli «Sgrafa masegni», l’associazione che da sette anni promuove l’arrampicata sulla parete Sud della chiesa di Gesù Lavoratore e a tastare le prime prese della parete attrezzata. Prese che, 24 ore dopo, domenica, sono state gettonatissime: centinaia di ragazzi delle scuole elementari di Marghera e Catene si sono sfidati nel raggiungere i 15 metri di altezza del torrione, mettendo in pratica quello che avevano imparato, nelle scorse settimane. Una ventina di scolaresche, infatti, ha aderito all’iniziativa, lanciata dagli «Sgrafa masegni», in collaborazione con la Municipalità. Per la cronaca, vincitori della sfida di domenica sono risultati gli studenti della 3. B della scuola Visintini, di Marghera. Ma le giornate della festa, a Marghera, hanno fornito più di uno spunto di riflessione, a cominciare dalle parole dello stesso patriarca, pronunciate, mercoledì sera, nella veglia di preghiera per il Lavoro, e ribadite anche nella messa del 1. maggio. Angelo Scola ha sottolineato l’impegno di don Berna e dei padri salesiani, che si sono alternati alla guida di una parrocchia, passata dalle 7500 alle 1800 anime, guidate dal parroco don Narcisio Belfiore. Il cardinale, inoltre, ha fatto presente, nella sua omelia, incentrata anche sulla contraddizione sociale tra «l’occidente opulento, che sembra volersi condannare alla scarsità di figli» e la povertà del Sud del pianeta, come, sin dagli anni ’50, ovvero «sin dal momento in cui Marghera assunse funzioni importanti per la realtà industriale, la chiesa veneziana comprese l’importanza di radicarsi nel mondo del lavoro, attraverso il soggetto del lavoro, che deve essere l’uomo».

di (Gi. Gim.)

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